Mattia Largo continua il suo (ennesimo) viaggio nel mondo giovanile bianconero, con l’Under 15 di Virtus Unipol Banca che ormai segue da quando questi ragazzi avevano meno di tredici anni. Lui, che inizia la sua undicesima stagione nel mondo bianconero, li sta accompagnando verso le prime grandi scelte sportive, le prime importanti risposte, le prime intense decisioni da prendere.

“E’ una fortuna poter lavorare con un gruppo vedendolo crescere dall’Under 13, sotto tutti gli aspetti. E’ bello condividere i loro momenti felici, i traguardi che raggiungono, come è successo ai quattro ragazzi recentemente convocati in Nazionale. Sono soddisfazioni belle, giuste per loro che si impegnano tra scuola e sport con impegno, che si sacrificano. Essere alla Virtus non è una passeggiata, è qualcosa di serio, di grande e difficile. E loro lo sanno bene”.

Un percorso. Lungo, affascinante, impegnativo per chi sta in campo a sudare e per chi da quel sudore deve raccogliere indicazioni, limando, costruendo e coltivando il talento.

“Questo per me in realtà è il quarto anno di fila con questo gruppo, avendo preso molti di questi ragazzi già ai tempi della categoria Esordienti. Il percorso vero è iniziato con l’Under 13, quando abbiamo inserito molti ragazzi nuovi. Io cerco di essere in qualche modo anche un appoggio esterno, non semplicemente un allenatore di pallacanestro. Perché so che è un periodo delicato, per loro. Un’età particolare: primo anno di scuola superiore, primo step dall’essere bambini al diventare ragazzi. Anche a livello di crescita personale, ormonale, fisica, di conoscenza di cose nuove è un anno “confuso”, per loro, e avere un appoggio esterno è importante. Cerco di parlare, oltre degli aspetti tecnici della pallacanestro, del loro impegno scolastico, della vita fuori dal campo da basket.  Per me un allenatore, fino ad un certo punto del percorso, deve avere anche un ruolo di sostegno. Quella dell’Under 15 sarà una stagione bella, con tanti tornei stimolanti, ma anche difficile”.

Par di capire che uno come Mattia Largo, ascoltando i suoi ragazzi, trovi sempre il modo di arricchire anche il proprio bagaglio personale.

“Per me gli allenatori insegnano, e allo stesso tempo imparano tanto dai ragazzi. Prima di tutto per la passione che i giovani mettono in campo, con una spontaneità che spesso rischia di perdersi negli anni. Li vedo sempre arrivare agli allenamenti mezz’ora prima, sudati, carichi, con addosso la voglia di tirare, contenti di essere in palestra. E questo mi trasmette tanto, perché la passione è fondamentale per quello che faccio, e lo è per tutto quello che si fa nella vita”.

Il nucleo di questa Under 15 è rodato, ma anche arricchito da qualche volto nuovo.

“E’ arrivato Mait Peterson dall’Estonia.  Abbiamo anche inserito alcuni ragazzi del 2003, più giovani ma che fanno parte in pianta stabile del gruppo: Ruffini, Barbieri, Galli e Salsini. Ma per me un altro rinforzo importante sono i tanti ragazzi che già c’erano, ma stanno crescendo e vedono sbocciare il loro talento, che magari un anno fa era più nascosto”.

Si riparte da un titolo, conquistato proprio alla fine della scorsa stagione e di recente premiato dalla Fip regionale: quello dell’Under 14 Elite, campione dell’Emilia Romagna.

“Ecco, quel titolo è un bel ricordo da eliminare, e ai ragazzi l’ho detto. Ne abbiamo fatto tesoro, ci ha inorgoglito, ma non dobbiamo tenerlo come esempio. Quest’anno ci aspetta l’Under 15 Eccellenza, e già il nome dice tutto. Significa che affrontiamo, appunto, l’eccellenza della pallacanestro regionale di categoria, e sarà un campionato difficilissimo, dove ogni partita puoi vincerla ma puoi anche perderla, e i primi risultati sono lì a dimostrarlo. C’è grande equilibrio, è un torneo vero, serio, dove devi guadagnarti la pagnotta con il sacrificio, perché nessuno ti regala nulla. E’ molto, molto stimolante”.

E ovviamente impermeabile ad ogni pronostico.

“Io credo che si debba lavorare un passo alla volta, poi le risposte arriveranno strada facendo. Sapendo che la vittoria più importante resta la crescita di questi ragazzi, perché è per questo che lavora un settore giovanile”.