Anno nuovo, vita relativamente nuova. Le funzioni e le prospettive del settore giovanile della Virtus non cambiano: per Federico Vecchi, responsabile dello stesso, si tratta di una gran bella sfida, quella di portare, insieme a tutti i suoi collaboratori, i giovani verso la comprensione e la conoscenza della pallacanestro, coltivando talenti e progettando il futuro. Magari sfruttando anche il periodo festivo, quando la macchina bianconera non si arresta e le squadre non giocano per i due punti, ma vanno a farsi le ossa in giro per tornei, in regione e anche oltre.

“Nel periodo delle festività natalizie l’attività federale ufficiale è stata sospesa, ma abbiamo avuto la possibilità di fare numerosi tornei con le varie annate. Momenti importanti: in alcuni casi siamo andati in trasferta, ragazzi e staff hanno avuto la possibilità di stare diversi giorni insieme, rinsaldando i legami all’interno delle squadre e facendo un passo avanti dal punto di vista tecnico, con esperienze molto formative”.

Tutte le squadre del settore hanno avuto un calendario pieno di sfide utili a far crescere gruppi e singoli.

“Gli Esordienti hanno affrontato il torneo di Monte San Pietro, gli Under 13 ben due tornei, vincendo quello di Castellamare di Stabia e giocandosi la finale in quello di Ciriè; gli Under 14 hanno disputato due tornei, il Memorial Zanatta (concluso al quinto posto) e il Memorial Ravaglia (terzo posto finale), in entrambi i casi mettendosi in gioco in partite di alto livello che hanno permesso al gruppo di fare esperienza; gli Under 15 hanno fatto la loro parte a Gallo, rassegna prestigiosa con le migliori formazioni italiane, piazzandosi al quinto posto, mentre gli Under 16 hanno partecipato e raggiunto la finale al “Bruna Malaguti” di San Lazzaro, in questo momento una delle principali rassegne nazionali di categoria. Per quanto riguarda l’Under 18, abbiamo potuto confrontarci al torneo “Matteo Molent” di Azzano Decimo, in provincia di Pordenone, con squadre che solitamente non abbiamo la possibilità di incontrare e togliendoci anche la soddisfazione di vincere. Insomma, il bilancio è più che positivo sia per quanto riguarda la crescita dei ragazzi e l’unità della squadra, sia per l’esperienza che permette loro di vivere anche fuori dal campo tutti insieme secondo quelle che sono le nostre idee di fare squadra anche una volta fuori dal parquet”.

Metà gennaio, quasi un giro di boa. Niente previsioni o traguardi da annunciare, ma un’idea sul ritmo della crescita te la sarai fatta.

“Certamente siamo a un primo punto di verifica. L’estate scorsa ci sono stati cambiamenti importanti a livello di management della società e di capo allenatore della prima squadra. C’erano diverse novità da vivere tutti insieme, e mi sento di dire che si è davvero creato un bel clima, di grande collaborazione tra tutte le sfere della società. Nel mio caso con Julio Trovato, che è il mio riferimento principale, con cui c’è una bella condivisione di idee e progetti. Non è scontato, quando le persone non si conoscono, che si trovi la sintonia in tempi così rapidi. Alessandro Ramagli lo conoscevo già dalle mie precedenti esperienze, ci eravamo incrociati diverse volte, e si è confermato persona di grande spessore. C’è un rapporto di grande collaborazione”.

Un anno diverso, fin dall’approccio. Anche perché tu stesso hai accumulato esperienza in casa Virtus, dove eri rientrato la scorsa stagione, al debutto nel ruolo.

“Da quando ho iniziato come responsabile abbiamo affinato, con tutto lo staff del settore giovanile, la nostra conoscenza e la nostra capacità di “fare squadra”, e questa interazione ci permette di condividere gli obiettivi di crescita dei nostri ragazzi e di fare loro una proposta graduale nelle varie fasce di età. L’idea che ci muove è che i ragazzi sono dentro un percorso che inizia dagli Esordienti e che porterà i più fortunati e meritevoli fino alla prima squadra, con una serie di step intermedi che li aiutino a migliorarsi. L’obiettivo è che il nostro settore giovanile sia una fucina di nuovi talenti da far crescere attraverso una serie di esperienze. Un progetto importante su chi c’è già ed una ricerca continua su quelli che potranno essere nuovi talenti da formare”.

Passi avanti e novità nell’approccio al tuo lavoro: puoi spiegarci cosa è cambiato o sta cambiando?

“Sono arrivato in una realtà che era già ben collaudata, merito di Giordano Consolini, dei dirigenti della società e degli allenatori che prima di me hanno lavorato tanti anni. Personalmente ho sviluppato e potenziato alcuni aspetti che ritenevo potessero essere implementati. Quest’anno, per la prima volta dopo il mio arrivo, abbiamo guardato oltreconfine, reclutando due ragazzi stranieri che stanno rispondendo alle attese positivamente. E abbiamo avuto un’ondata di quattro ragazzi che sono approdati in prima squadra: ora dobbiamo lavorare per preparare l’ondata successiva, fatta di ragazzi di talento che dobbiamo rendere altrettanto maturi, in grado di fare lo stesso percorso. Il nostro obiettivo principale è quello di formare ragazzi del miglior livello possibile per provare a farli arrivare alla nostra prima squadra”.

Dove li aspetta un coach che ha da sempre fama di essere un ottimo maestro per i giocatori da far crescere.

“La grande qualità di Alessandro non è solo quella di far giocare i giovani, ma di allenarli. Per questo la prima squadra diventa la miglior prosecuzione per chi arriva dal settore giovanile. Una sorta di “estensione“ del lavoro fatto fino a quel punto, una fase di maturazione, “un’accoglienza speciale” nella categoria senior che i ragazzi devono essere bravi ad apprezzare ed assorbire. Ramagli è, a mio avviso, l’allenatore ideale con cui collaborare per chi guida un settore giovanile, perché i ragazzi che approdano alla prima squadra a diciassette o diciotto anni non hanno terminato il percorso di maturazione, c’è ancora una linea di completamento da seguire. I nostri giovani sono fortunati, perché qui c’è uno staff davvero importante e qualificato: la prima squadra può contare su Daniele Cavicchi Cristian Fedrigo e Mattia Largo tre assistenti che hanno esperienza diretta con il settore giovanile e Carlo Voltolini un preparatore fisico di primo livello che “nasce” proprio nel settore giovanile”.

Settore che, quanto a esperienza e qualità dello staff, non ha nulla da invidiare ai nomi che abbiamo appena elencato.

“Credo che un nostro punto di forza sia la qualità del gruppo di lavoro, infatti investiamo importanti risorse nello staff del settore giovanile. Abbiamo sei capi allenatori (oltre a me, Consolini, Largo, Fedrigo, Pezzoli e D’atri), sei assistenti allenatori (Nieddu, Senni, Campanella, Gatti, Costa e Grazi), due preparatori (Zonca e Fini), un medico (D’Ovidio) ed un fisioterapista (Marzocchi), un direttore sportivo (Patuelli), quattro dirigenti (Pini, Rubini, Serapini e Gamberini). Tutte persone che abbinano grandi competenze ad una spiccata passione per stare al fianco ed accompagnare i nostri atleti nella loro crescita”.