Dopo il Festival dei Popoli a Firenze e in attesa di presentarlo in Svizzera, in concorso con l’International Premiere il 22 aprile al “Vision du Réel International Film Festival” di Nyon, nella sezione Grand Angle, selezione del miglior cinema mondiale contemporaneo destinata a far scoprire al grande pubblico i film di cineasti rinomati presentati in altri grandi festival internazionali, vi comunichiamo l’anteprima bolognese

La Prima Meta di Enza Negroni
Giovedi 30 marzo alle ore 20:00

Cinema Lumiere
Via Azzo Gardino, 65
Bologna

Entrata 6 euro – i biglietti sono in prevendita alla cassa del cinema Lumiere dal 23 marzo orario 17:30 – 22:00.

Il film lungometraggio su Giallo Dozza, la squadra di rugby della Casa Circondariale Dozza di Bologna prosegue poi in tutta la regione Emilia Romagna, all’interno della rassegna Doc In Tour 2017. Vi inviamo il calendario in allegato. Il 4 aprile alle ore 19:45 ci sarà una seconda proiezione a Bologna al cinema Nosadella, Sala Berti, Via L. Berti 2/7.

“La prima meta… possiede sulla carta numerosi elementi per diventare un piccolo caso cinematografico. Staremo a vedere. Intanto, il film ha iniziato il suo cammino…” Sergio Di Giorgi, Cinecriticaweb.it
“Enza Negroni dirige un film muscoloso con uno squisito tocco di sensibilità femminile. Perfino ragazzi tosti come Robert Aldrich e Burt Reynolds, che hanno fatto insieme il classico “Quella Sporca Ultima Meta”, sarebbero soddisfatti del suo lavoro” Giona A. Lazzaro, Vision du Réel International Film Festival.
“Bello anche lo sguardo sulla vita in cella e sui suoi rituali… utili per tracciare un tessuto umano autentico, che rifugge la retorica” FilmTv
“Un documentario che sicuramente esula dal sentimento di empatia, che mette al centro l’umanità dei suoi protagonisti e la loro voglia di riscatto. Non sappiamo perché sono in carcere, non conosciamo la loro storia, ma vediamo solo il loro costante impegno e questo basta” Alfredo Toriello, Cinemaitaliano.info
“I giocatori-detenuti della Giallo Dozza militano in serie C2 e puntano in alto. Ma una partita l’hanno già vinta: la loro storia ora è diventata un film” Benedetta Guerriero, Il Venerdì di Repubblica.
“Il film riesce ad essere al tempo stesso documento e arte, realtà senza finzione racconto che dona emozioni e fa riflettere” Bruno Simili, Rivista il Mulino
“Prima di guardare il documentario, ero convinto che mi sarei trovato di fronte alla classica storia un po’ melensa di carcerati le cui vite complicate vengono illuminate da un progetto sportivo. Una cosa un po’ strappalacrime che mostrasse quanto fa schifo vivere confinati fra mura alte tre metri, sbarre e secondini. Sorprendentemente, non ho trovato nulla di tutto questo.” Giuseppe Francaviglia, Vice