Dopo la sua prima giornata, durante il fine settimana il Festival Danza Urbana 2016 promuove un meeting e un convegno dedicati alla danza urbana, intitolati Città che danzano.

Si comincia con il meeting, che si terrà sabato 3 settembre nella Sala Tassinari di Palazzo D’Accursio: sarà un’occasione di incontro tra i direttori e programmatori dei principali festival internazionali di danza nei paesaggi urbani, teso allo scambio reciproco delle esperienze e all’implementazione delle collaborazioni internazionali. A chiusura dei lavori, a partire dalle 16.30, il meeting si aprirà al pubblico per presentare i festival partecipanti con la proiezione di immagini relative ad alcune esperienze significative, così da restituire un’articolazione geografica della danza urbana e le specificità connesse a ciascun territorio. Partner dell’iniziativa è APT servizi Emilia-Romagna. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti.

Alle 18, con replica alle 19, il Collegio d’Arte Venturoli (via Centotrecento 4) ospiterà lo spettacolo di Simona Bertozzi / Nexus, formazione e artista cara al festival, intitolata Prometeo: Architettura- Bologna: il progetto è di Simona Bertozzi e Marcello Briguglio, la coreografia di Simona Bertozzi, a danzare saranno Giorgia Atti, Elena Rosaria Brugo, Giulia Casadio, Caterina Grotti, Anna Passarini, Carlotta Severi, Matilde Stefanini. Per Simona Bertozzi l’avvicinamento al mito di Prometeo ha trovato spazio in una riflessione sulla danza, sulla sua natura di pratica corporea tesa alla vitalità umana e alla produzione di un alfabeto di possibilità di scambio e coabitazione. Nello spettacolo, quinto dei sei quadri dedicati al Prometeo, la prospettiva del tracciato coreografico sarà agita da un gruppo di giovanissime danzatrici del territorio bolognese e ravennate, alle prese con la condivisione di un habitat, di uno spazio occupato dalla loro necessità di dare vita a immagini, visioni e proiezioni, strutture d’azione. Micro narrazioni ambientali in cui la testimonianza depositata dai corpi rivela una specie in crescita e in dialogo con le regole e i dettagli “climatici” in cui agisce: docile e ostinata. Lo spettacolo – realizzato in collaborazione con Festival Danza Urbana Bologna, Festival Ammutinamenti, Rete Anticorpi Emilia-Romagna, Aterdanza – è a ingresso libero, limitato fino a esaurimento dei posti disponibili.

Simona Bertozzi, coreografa, danzatrice e performer, vive a Bologna. La sua creazione L’endroit è stata selezionata per Aerowaves 2007 e ha vinto il premio al Gd’a 2007. Il suo lavoro del 2008, terrestre, è stato realizzato con il Choreoroam Project, e sostenuto da Operaestate Festival, Dansateliers Rotterdam, The Place London. Homo ludens è il progetto che va dal 2009 al 2013, formato da quattro differenti piece. I suoi spettacoli sono stati rappresentati in molti festival di danza in italia e all’estero (Romaeuropa, Santarcangelo, Interplay, B-motion, Dance Week Festival Zagreb, The Turning World London, Dance a Llille, Tanec Praha, Intradance, Correios em movimento, Danca em transito).

Domenica 4 settembre per il Festival Danza Urbana 2016 continua il momento di riflessione teorica, con il convegno intitolato Città che danzano. La giornata di studi, che vede come partner Apt Servizi Emilia-Romagna e la Fondazione Genus Bononiae, si svolgerà a Palazzo Pepoli (via Castiglione 8), nella Sala Cultura, dalle 10 alle 17, l’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. La cura e il coordinamento sono di Paolo Ruffini e Massimo Carosi, presiede Alessandro Pontremoli, relatori saranno Roberto Castello, Anna Cremonini, Piersandra Di Matteo, Michele Di Stefano, Viviana Gravano, Cecilia Guida, Rossella Mazzaglia, Antoine Pickels, Cristina Kristal Rizzo, Gerarda Ventura. L’iniziativa vuole stimolare un dibattito sulla funzione e il valore della danza urbana nella diffusione e divulgazione della danza, nell’ampliamento del pubblico, nell’innovazione dei processi creativi e delle estetiche, nella promozione delle esperienze artistiche che si collocano lateralmente alla scena, nel promuovere una differente percezione e fruizione degli spazi delle città. Il convegno è suddiviso in tre sessioni di lavoro dedicate a differenti livelli di analisi: politico-sociale, storica ed estetica.

 

Alle 19, la Chiesa di Santa Cristina (piazzetta Morandi 2) ospita la creazione di Yoko Higashino, intitolata Stabat Mater. A dieci anni dalla sua prima apparizione in italia al festival Danza Urbana e poi in altre cinque città italiane all’interno dello scambio culturale Italia-Giappone curato dall’associazione Danza Urbana, torna la performer e coreografa giapponese con una creazione ispirata allo Stabat Mater di Pergolesi. Un’interpretazione in cui gli elementi tecnologici si fondono con i virtuosismi del linguaggio coreografico, tra arte visiva e arte performativa. Il focus del lavoro non sarà solo sul rapporto con la maternità o con le madri, ma pure sull’essere donna, sulla femminilità e sulla ricerca di un’identità di donna, che accetta il rischio di una perdita, accetta di percepire intensamente il mondo, anche nelle sue catastrofi, di essere trovata da sola in compagnia di se stessa, mentre si interroga su cosa sia la vita. Lo spettacolo vede come coreografa e interprete la stessa Higashino, le musiche sono di Toshio Kajiwara, stage-art di Oleo – Michio Nagata. E’ stato realizzato con il sostegno della Japan foundation, in collaborazione con Operaestate Festival Veneto. Partner dell’evento sono la Fondazione Genus Bononiae e la Fondazione Carisbo. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.