Il direttore del Corriere dello Sport-Stadio in un articolo pubblicato oggi in prima pagina ci impartisce una dura lezione morale. Sostiene che Joey Saputo è uno che “tradisce senza tradire”, che “non ha mai cercato il confronto diretto” con Mihajlovic, che “non ha trovato il tempo per una telefonata anche breve al suo allenatore” dopo il ricovero; più in generale che i dirigenti in tutti questi anni hanno prospettato al presidente “delle realtà parallele” e che “nessuno in società si è assunto la responsabilità di tutelare il tecnico”. Una serie di mancanze che portano il nostro censore a rimpiangere “il rispetto, la gratitudine”, “l’umanità” e a prendere atto della “decadenza degli uomini”.

E’ molto difficile ribattere seriamente a una tale quantità di sciocchezze, strumentalizzazioni e meschinità: tutto il mondo dello sport in questi ultimi tre anni ha fatto i complimenti al nostro club per la sensibilità e l’umanità dimostrate durante la malattia del nostro allenatore. Mihajlovic stesso ha ringraziato in più occasioni presidente e società per l’appoggio e il sostegno che non gli sono mai venuti meno. Il passaggio sulla mancata telefonata all’allenatore durante il ricovero – che ovviamente c’è stata, in videoconferenza – è il punto più basso, perché invade la sfera della riservatezza e dell’intimità. Io stesso, che rappresento il club, sono in contatto quotidiano, come il direttore sportivo, con l’allenatore. Ora, mi sarebbe anche facile ripagare il giornalista con la stessa moneta e rendere pubbliche le sue telefonate e i suoi messaggi privati (questi veri, tra l’altro), ma il mio grado di decadenza umana non arriva ancora a questo punto.

La verità è che questo intervento sgraziato lascia soltanto un senso di forte imbarazzo: fa sorridere ricevere lezioni di moralità dall’unico giornalista al mondo che tre anni fa non rispettò la richiesta di Mihajlovic di non anticipare la notizia della sua malattia. A che punto è la decadenza?

Claudio Fenucci

(Foto fornita dalla società)