Boniciolli – La ragione più importante per cui dobbiamo lottare quotidianamente è perché in qualsiasi altro posto del mondo, sul 21-29, con difesa molle e approccio indeciso, in qualsiasi posto del mondo si sarebbero sentiti fischi. Qui invece la comunità sostiene i giocatori, e io devo ringraziare perché questo ragazzi lavorano duramente per ottenere i risultati che vogliamo e per giocare come la gente vuole. Abbiamo una rotazione cortissima, situazioni tattiche sempre inventate, ma continueremo così. Poi chiaro che uno che sta in cantiere 12 ore al giorno per 7 giorni ha più possibilità di infortunarsi di uno che ci sta un quarto d’ora, ma è anche vero che finisce la casa in tempi più rapidi. Terza cosa, la preparazione della partita ci aveva portato all’idea estrema di non dare un attimo in regia a Montano. La scelta ha pagato, mandando a fare il play anche Raucci e le sue 4 perse, o Campogrande che è stato di consistenza pazzesca. Al di là dell’eroismo di Mancinelli e della buona prova di Knox, tutti parlano di Candi e Montano. Ma io devo darli per scontati, soprattutto quando l’idea è quella di togliere Montano da qualsiasi responsabilità di regia. E Campogrande dimostra agli scienziati degli allenamenti che è meglio lavorare 12 ore al giorno che non un quarto d’ora. Complimenti a Ravenna, in un campionato strano dove Verona perde ancora in casa, e dove la Virtus malgrado le assenze fa tre su tre grazie al grande lavoro di Ramagli. Ora andiamo a Treviso, dopo aver tenuto a riposo Roberts che poteva anche provarci, ma che abbiamo preferito non rischiare. Speriamo poi di avere qualche minuto da Ruzzier, e così allungando la rotazione oltre a rimettere in condizione Italiano che nel corso della gara è calato. Ci sono le condizioni per prepararci al meglio ad una altra grande partita. Il primo quarto? Timore, paura di spendere falli: Chiumenti è un grande giocatore, ma Knox non può accompagnarlo al ferro come potrei fare io. L’azione difensiva decisiva è stata un contenimento di Chiumenti fatto da Mancinelli, e non a caso l’ha fatta il nostro capitano. Abbiamo preso 30 punti nei primi 10’ e 50 nei successivi 30’, a prova di come sia cambiato il nostro atteggiamento. Stamattina ho visto Pesaro-Cantù, ottimamente allenate, ma non ho visto grandi differenze qualitative rispetto alla gara nostra. Ed è la conferma di quanto questa Lega sia cresciuta: continuo ad avere dubbi su alcune regole, ma esprimiamo un gran basket, italiano. Montano? Ha caratteristiche nervose che non lo portano ad essere un giocatore normale. Ramagli li divide, i giocatori, in scarsi, bravi, e bravi che fanno vincere. Lui può essere uno che ti fa vincere: è un’altra persona, fisicamente, rispetto a quando lo incontrai per la prima volta, ma resta un bianco poco atletico di 188cm. Però sa alzare il suo livello quando c’è bisogno, e se fosse 5cm più alto sarebbe fisso in Nazionale, come Della Valle. La statura lo penalizza, ma io ho spiegato che non deve portare lui la palla: l’ho visto accendersi, quando l’ho detto, e si è visto il risultato. Lui e Mancinelli tirano non per segnare, ma per fare male agli altri. Il pubblico? Non voglio sembrare paraculo, ma davanti a questa gente dobbiamo sbatterci: ha ragione Repesa, in Fortitudo se non sei vero ti sgamano subito, e il nostro pubblico capisce chi lo è e chi non lo è.

Montano – Il ruolo che mi ha dato il coach sta pagando, dall’anno scorso ha avuto una buona intuizione e io faccio quello che mi viene chiesto, che ci sia da portare palla o no. Rispetto a domenica scorsa posso dire che abbiamo lavorato molto intensamente durante la settimana, io poi ho avuto qualche problema al ginocchio ed ero un po’ giù di morale. Poi le cose sono migliorate durante la partita, ma tutti noi dobbiamo essere al 100% senza pensare di doverci risparmiare o credere che ci regalino le vittoria. La squadra? Abbiamo cambiato 5 giocatori del roster, non sono pochi, e per questo c’è bisogno di tempo, dobbiamo capirci, stare bene insieme, e il rodaggio è più lungo del solito. Le cose non possono andare bene fin da subito, dobbiamo aspettare, non dimenticando che per varie sfortune fin qui non siamo mai stati al completo