”Non è, naturalmente, un mistero che assieme a coach Martino stiamo cercando di completare la squadra con l’ultimo tassello che andrà a comporre il roster definitivo. Siamo alla ricerca di un giocatore che possa darci un contributo sostanzioso e che sia importante nel contesto degli equilibri del gruppo che abbiamo plasmato. Abbiamo le idee chiare sul profilo di giocatore che

vogliamo portare in Fortitudo ma il nome ancora non c’è. Ribadisco che, trattandosi di una scelta importante, non c’è bisogno di avere fretta, il che non significa che ci troviamo in una situazione di stallo. La ricerca prosegue senza sosta e si sa che, in queste fasi, può capitare di rimandare la decisione ancora di giorni/settimane come di poter definire in brevissimo tempo un’occasione irrinunciabile. E’ vero, di proposte sul tavolo ne arrivano, i procuratori fanno il loro mestiere e anche (se mi è consentito) il loro gioco. In tutta sincerità, però, non riesco a spiegarmi come possa esser possibile attribuirci l’interessamento verso uno o più giocatori a cadenza pressoché quotidiana. Proporre un giocatore alla Fortitudo non dovrebbe consentire, poi, di divulgare la notizia che quell’atleta, automaticamente, è entrato nelle mire del Club. Sto leggendo a ripetizione nomi di giocatori che la Fortitudo non ha mai neanche preso in considerazione, ad eccezione di un caso isolato per il quale un accenno di trattativa è realmente esistito, senza poi portare a nulla di definitivo. Abbiamo un budget chiaro a disposizione, i procuratori lo sanno e se ci propongono determinati giocatori, lo fanno perché consapevoli che in quel budget possiamo rientrare ma, ci tengo a ribadirlo con forza, una cosa è ricevere sul tavolo una proposta e un’altra, ben differente, è che il Club, quella proposta, la prenda in considerazione.

Anche perché la nostra ricerca non si limita a ricevere i fax dei procuratori sulle scrivanie ma è affidata anche ad un costante lavoro di ‘scouting’ interno, molto più diretto ed immediato”.