Il mondo dell’Inter si è capovolto in quattro giorni. Un avvio-shock, una squadra smarrita, senza idee e con la pessima abitudine di trovarsi sempre in svantaggio; il punto di non ritorno toccato con il ko casalingo contro l’Hapoel Be’er Sheva in Europa League; un rapido e imponente esame di coscienza e i nerazzurri sono tornati a riveder le stelle, a cominciare dal fragoroso successo con la Juventus di domenica, passando poi per la netta imposizione ad Empoli. Ed ora, a 2 punti dalla vetta – uno solo in più di noi – l’Inter ricomincia a coltivare le ambizioni di gloria che l’importante campagna acquisti del Suning Holding Group legittima.

Pochi i punti deboli di un organico costruito per vincere, la più grande discriminante della stagione per i nerazzurri sarà proprio la capacità di “essere squadra” nei momenti meno semplici: forse solamente sulle corsie esterne in difesa, con D’Ambrosio (attenzione: è da anni la nostra bestia nera) e Santon, il livello è leggermente inferiore alle concorrenti. Il resto del reparto, con Handanovic che ha un impatto sul campionato pari a quello di un grande centravanti, e la collaudata coppia Miranda-Murillo, è una certezza. Corroborato da una mediana capace – quest’anno per davvero – di coprire e innescare il ben di Dio che c’è là davanti: in particolare, la grinta di Medel, la dote del portoghese Joao Mario di far apparire semplici le giocate difficili, e la verve dell’argentino Banega (il vero top player del mercato interista) non hanno nulla da invidiare ai colleghi di reparto di Juventus, Roma e Napoli.

La chiave di volta è proprio l’ex sivigliano dal baricentro basso, con innata visione di gioco e piedi raffinati: ama toccare moltissimi palloni, distribuisce e verticalizza, e De Boer sa che può contare su di lui come regista davanti alla difesa o, meglio, come trequartista vero, scomodissimo al limite dell’area di rigore.

Con i movimenti di Eder, la classe di Candreva e la forza sprigionata sulla fascia da Perisic, chi si esalta è però sempre Mauro Icardi, protagonista di un inizio di stagione da oscar: ha tirato l’Inter fuori dalle secche, segna in tutti i modi e in tutte le partite, è capocannoniere della A (6 reti, in tutto sono 53 in 96 gare di campionato coi nerazzurri, a 23 anni!) e nessuno in Europa finora è più decisivo di lui, nemmeno Higuain, Cavani o Levandowski. Realmente on fire, Icardi sarà il pericolo pubblico numero uno, con Palacio, Jovetic e l’ultimo arrivato Barbosa – meglio noto come Gabigol – possibili jolly dalla panchina.