Tanto grandi da celebrare 60 anni di storia, quanto giovani da volersi rinnovare.
Tanto legati alle proprie origini, quanto in espansione a livello internazionale.

Tanta varietà nell’offerta sportiva alla cittadinanza, quanta unità d’intento sotto il medesimo tetto.
In una parola: poliedricità. In due parole: poliedricità e coesione. Queste le parole chiave che hanno scandito la festa per il 60° anniversario della Polisportiva Pontevecchio Bologna, celebrato domenica 5 novembre 2017.

Due pilastri portanti, quelli di poliedricità e coesione – multidisciplinarità e inclusione – sintetizzati anche nel claim ufficiale della nuova linea comunicativa della polisportiva: “Tanti sport. Un unico team. #TeamPV”.

 

Ad aprire la giornata di festa è stata la sfilata degli atleti della Pontevecchio che, senza farsi intimorire dal pomeriggio piovoso, hanno colorato di amaranto le strade che uniscono due punti nevralgici dello sport bolognese: lo Stadio Renato Dall’Ara e l’ex Cierrebi Club.

 

Una volta arrivati in via Marzabotto, gli oltre 500 partecipanti, tra atleti e famiglie, hanno riempito gli spalti del palasport, per assistere alle esibizioni delle diverse sezioni e ascoltare gli interventi delle autorità presenti.
Il saluto istituzionale del presidente della Polisportiva Augusto Fava: «Da 60 anni ci impegniamo a diffondere la cultura e la pratica sportiva per migliaia di cittadini bolognesi. Di tutte le età e di tutte le estrazioni, nessuno escluso. La nostra intenzione è quella di attestarci come realtà di riferimento ben al di fuori del quartiere in cui siamo nati, senza per questo dimenticarci dei nostri valori fondanti: lo sport e l’educazione, due sfere strettamente connesse. A 60 anni non ci sentiamo vecchi, ma proiettati nel futuro».

 

È stato poi il turno di Matteo Lepore, assessore della città di Bologna con delega allo sport: «Bologna non vuole essere un luogo per pochi, ma per tanti. “Tanti”, come il nome della vecchia rivista della Polisportiva che, attraverso lo sport, ha contribuito a rendere la città un luogo accogliente, appunto, per tanti. La Pontevecchio festeggia oggi i suoi primi 60 anni, ma il messaggio ancora più importante è l’eredità che lascia alle generazioni future».

 

Dopo i saluti del presidente nazionale della Uisp, Vincenzo Manco, soffermatosi sui tre ruoli cardine della Polisportiva «La rimozione delle disuguaglianze tra i cittadini attraverso la pratica delle discipline sportive; la sinergia con le istituzioni locali; l’imprescindibilità del lavoro e della passione dei volontari», è stata la volta di Sabatino Aracu (presidente FISR) e di Andrea Priviati, CEO di Mobimentum, società bolognese incaricata del restyling dell’identità visiva della Polisportiva.
«A guidare la realizzazione del nuovo logo della Pontevecchio è stata la necessità di renderla immediatamente riconoscibile come realtà sportiva di riferimento della città di Bologna. Lontani dalle Due Torri, con “Pontevecchio” si pensa a Firenze, da qui la richiesta di inserire nel logo anche il nome della città. Abbiamo poi mantenuto lo storico elemento del discobolo, reso però più moderno e leggero» ha spiegato Priviati.

 

A chiudere gli speech è stato Michele Bazzi, general manager della Polisportiva. «Lo sport come veicolo di welfare e la multidisciplinarità come strumento di aggregazione sono i valori che hanno sempre guidato e che continuano a guidare la nostra crescita. L’inclusione nella European Multisport Club Association (EMCA) ci proietta verso una nuova dimensione internazionale, il regalo migliore per il nostro 60° compleanno» ha concluso Bazzi.

 

Al termine della tavola rotonda è stato il momento dello show game, con le esibizioni degli atleti delle diverse discipline. I primi a scendere in pedana sono stati i campioni della Pontevecchio: i medagliati iridati degli ultimi Campionati mondiali di pattinaggio artistico a rotelle (Alessandro Amadesi, Alessandro Liberatore e la coppia Sveva Capone e Alessandro Calzolari) e le campionesse della ginnastica ritmica, neo promosse nel massimo campionato di serie A1 (Giulia Macri, Elisabetta Lamberti e Alessandra Venturi).
Il vero focus dell’evento è stata la multidisciplinarità: per la prima volta in 60 anni di attività, tutti insieme sullo stesso parquet. Dieci dimostrazioni, specchio delle 10 anime della Pontevecchio. Volley, atletica leggera, ginnastica ritmica, basket, ultimate frisbee, scherma, pattinaggio artistico, pattinaggio corsa, balli e fitness tutti sullo stesso palco, tutti sotto gli stessi riflettori, tutti allo stesso livello. Uno spettacolo corale, in cui anche gli atleti non abituati al palcoscenico si sono messi in gioco, concluso con una coreografia “multidisciplinare”, poliedrica come la Pontevecchio. Tanti sport. Un unico team. #TeamPV.