E’ un team che ha iniziato il suo nuovo cammino dopo la fusione nel 2019 di due club molto rispettati in Europa: il Cedevita Zagabria e l’Olympia Lubiana, il primo esempio di due club di paesi diversi che uniscono le forze.

Olimpija e Cedevita due anni fa hanno unito le loro rispettive storie e hanno molte coppe nella sala dei trofei.

OLIMPIJA LUBIANA

È la vincitrice di 17 campionati sloveni e 20 coppe slovene. La sua storia risale al 1946 ed è stata una delle prime potenze della Lega Jugoslava con Ivo Daneu che l’ha portata a sei titoli nazionali tra il 1957 e il 1970.

L’indipendenza della Slovenia ha dato poi inizio a una nuova era di successi che l’ha vista conquistare trofei in campionato e coppa per 10 anni consecutivi.

Ha vinto la Saporta Cup nel 1994 e ha raggiunto le Final Four di EuroLeague del 1997.

Nel corso degli anni, l’Olimpija ha avuto una serie di 17 presenze consecutive in EuroLeague e ha vinto l’edizione inaugurale della Lega Adriatica nel 2002 il tutto riuscendo a presentare e lanciare giocatori giovani e promettenti che sono diventati stelle, tra cui Jasikevicius, Jiri Welsch, Becirovic e Rasho Nesterovic poi trasferitisi alla Virtus.

Dal 2013 ha fatto il suo debutto in EuroCup ed è, con questa, alla sua 5° edizione.

CEDEVITA ZAGREB

È stata fondata nel 1991 ed ha raggiunto l’élite croata nel 2005 con la sponsorizzazione del Cedevita. Poi ha sorpreso tutti raggiungendo le semifinali dell’EuroCup nel 2011 e, due anni dopo, ha fatto il suo debutto in EuroLeague nella stagione 2012-13, dove nell’edizione 2015-16 raggiunse persino la Top 16.

Nel 2019-20, la prima stagione dopo la fusione delle due squadre, in EuroCup ha chiuso con quattro vittorie su dieci incontri.

IN  EUROCUP

Quest’anno in EuroCup, dopo una partenza lenta, la squadra ha concluso alla grande, ha perso nel girone gli incontri a Nanterre, a Tenerife ed a Trento che ha poi battuto di 22 un mese fa, mentre in Lega Adriatica ha un record di 6-3 al momento in cui la competizione è stata sospesa a causa della pandemia COVID-19.

LA  SQUADRA

Il coach è una sintesi della nuova squadra. Croato che giocò sempre nella nazionale slovena, crebbe a Zagabria ma divenne un buon giocatore proprio con l’Union Olimpija, monetizzando poi in 11 campionati in 7 diversi paesi compresi quelli con Roma e Avellino.

Come allenatore cominciò col Koper e dalla fondazione allena la nuova Lubiana.

 

La squadra ha perso quest’anno il centro Stipanovic e la guardia Kruslin, ora a Sassari, mantenendo però i due indigeni migliori, l’ala Edo Muric e la guardia Jaka Blazic, più volte accostato alla Virtus prima dell’ingaggio di Adams..

Degli stranieri è stato confermata l’ala grande da Georgetown Hopkins ed era arrivato il centro sudanese Mathiang, visto a Cremona due anni fa, che però per un grave infortunio alla gamba destra non è disponibile sino a Marzo.

Sono arrivati dal Tofas Bursa la guardia Rion Brown, da noi incontrato due anni fa col Patrasso, il mediocre 2,07 Jarrod Jones e Kendrick Perry, proveniente dal Mega Belgrado. Giocatore sottodimensionato (183cm) di 28 anni, arriva a questo livello dopo aver girato nei campionati dell’Europa dell’est, dopo aver realizzato nel campionato serbo quasi 20 punti a partita.

Di sloveni Golemac si è portato da Capodistria il centro Marinkovic e la guardia Hodzic, due rilievi che restano in campo circa 15 minuti cadauno.

A dare esperienza è giunto a campionato in corso Roko Ukic, ormai 36enne, già visto a Roma ed a Cantù. Lo spalatino non è più la guardia che giocò con Toronto e poi in Europa col Fenerbahce ed il Panathinaikos ma tiene il campo per 15 minuti e 4 punti di media.

I realizzatori, oltre al suddetto Perry che viaggia a quasi 16 p.p.g. tirando col 42% da tre, sono i due sloveni rimasti dal roster dell’anno scorso, Muric e Blazic.

L’ala piccola (29 anni – 202 cm) Muric viaggia a circa a quasi 9 p.p.g. ed è un giocatore prevalentemente perimetrale, prendendosi il 63% dei suoi tiri da oltre l’arco, col 35% di realizzazione.

La star della squadra è però Jaka Blazic (30 anni – 196 cm). Ritornato a Lubiana l’anno scorso dopo aver fatto parte della Stella Rossa, del Tau Baskonia e nel 2018\19 del Barcellona viaggia in Coppa a 18 p.p.g. (3° in EuroCup)  col 45% al tiro da tre ed è 7° per Valutazione.

Gli incontri programmati sono:

1° Giornata a Bologna il 13 Gennaio alle  18:30

5° Giornata a Lubiana il 2 Marzo alle 18:30

 

TRASFERTA

La trasferta a Lubiana è comoda, 390 km tutti in autostrada, sempre che in Marzo non ci siano ancora nevicate sulla E61, modernissima autostrada slovena (attenzione alle pattuglie autovelox).

La arena Stozice ha 14.500 posti è stata costruita nel 2010..

La città, dopo il terremoto del 1895, che l’ha gravemente danneggiata, è stata nuovamente ricostruita con una miscela di stili.

La sovrasta il castello di Lubiana, posto in cima alla collina sul centro e il fiume Ljubljanica, interamente ricostruito negli anni 60 su un castello risalente al XII secolo, residenza dei Margravi, poi duchi di Carinzia. Altre opere architettoniche della città di qualche rilievo sono la cattedrale di San Nicola, la chiesa di San Pietro, il Triplo ponte, il ponte dei Draghi e la barocca fontana dei Tre Fiumi carniolani.

Dove dormire?

Per un colpo di vita con circa 135€ si può dormire in un albergo da sogno, nel centro della città, il Grand Hotel Union costruito nel 1905 è uno dei migliori esempi di art nouveau della città, rd è composto di due ali, unite da una torre angolare con una cupola. Vaste camere moderne e locali comuni in stile Palazzo di Schönbrun.

Se volete dormire a 300 metri dall’Arena c’è L’austria Trend  (90€).

Per chi invece vuole dormire in centro con 80E c’è l’Urban Boutique Hotel ****.

E non mancano camere doppie a 45 euro.

E dove mangiare a Lubiana?

Al Gostilna Sestica, locale con un’atmosfera veramente tipica, tradizionale, ed anche i piatti, la maggior parte a base di carne e tanti tipi di zuppe con o senza funghi.

Il Pod Lipo (il Tiglio), che è anche pensione e d’estate si mangia sotto il grande tiglio che si trova all’esterno. Questo è uno dei locali più antichi della città (1821) ed all’interno sembra di essere andati indietro nel tempo, ed anche il menù con piatti della tradizione ed un ottimo rapporto qualità prezzo.

Se poi volete mangiare in fretta ed informalmente potrete mangiare in un tram. Al Tramway con i cevapčići serviti nelle due carrozze del vecchio tram rosso dell’originale ristorante.

(Foto fornita dalla società)