Pronti via, banale ma essenziale. La Fortitudo ricomincia a giocare per i due punti, dopo tre mesi e spiccioli di sosta nei quali si è vissuto sull’onda dell’esaltazione figlia degli ormai passati playoff, delle corse all’abbonamento, e di un mercato che ha cambiato forse un po’ più di quanto non ci si aspettasse, ma che non pare sia terminato (al di là del blabla cilieginici) con lamentazioni collettive. Le ambizioni sono discretamente differenti da quelle di 12 mesi fa, quando si partì con la curiosità di non avere la più pallida idea di dove si fosse finiti e di quale fosse il potenziale della truppa. E quando c’era ancora da combattere per i tesseramenti degli stranieri, per la Happiness Fortitudo come l’avrebbe voluta chiamare Sharon Drucker e le sue pretese di denari arcaici.

Si ricomincia, alla quarta stagione dalla ricostruzione. Per curiosità, la Fortitudo è alla terza volta consecutiva in trasferta, dopo aver esordito negli esordi in casa con Pavia nel 2013, e aver fatto due volte KO a Imola, nel 2014 e nel 2015 (nella prima delle due occasioni affrontando Lugo, nella seconda l’Andrea Costa). Ora sarà Chieti, con l’attesa del sapere quanti dei tre acciaccati saranno recuperabili – Italiano certamente no, Mancinelli e Ruzzier probabilmente sì – e l’idea che, ‘sta storia degli infortuni, sia una tassa che non ne vuole sapere di smettere il proprio bussare alla fortitudinica porta.

Chieti, quindi. Ripartendo dall’ultima di regular season della passata stagione, quando a Bologna gli abruzzesi arrivarono in semi-infradito contro una Fortitudo affamata di piazzamenti migliori in classifica. Ma ripartendo soprattutto dalla gara di andata, quando in loco la Effe beccò una di quelle tante (poco previste) sconfitte esterne che ne minarono poi la posizione nella griglia playoff. Patologia che, forse, oggi Boniciolli non sopporterebbe di rivedere all’interno del corpo fortitudino. Casa di Mancinelli, le cui recenti prestazioni fanno pensare che il ritiro a fare il 50% di una coppia canterina in stile Jalisse sia prematuro, infine.
In Abruzzo si punta alla salvezza, tranquilla casomai, e qualche scalpo come lo fu, per intenderci, quello biancoblu nello scorso gennaio. Trazione americana con la guardia Trae Golden, proveniente da Cipro e che si spera – almeno per una domenica – non si avvalga della regola del cognomen omen. E con l’ala Cade Davis, che si spera – almeno per una domenica si avvalga della regola del nomen omen. Sotto canestro sgomita l’oriundo Chris Mortellaro assieme al figlio (forse) di Marco Allegretti (ah no, è sempre lui), mentre in regia spazio a Mattia Venucci, scorso anno MVP del campionato di B con la maglia di Piombino. Allena Massimo Galli.
Si gioca domenica, ore 18.

(bolognabasket)