Al Camp Nou è già scattato il conto alla rovescia. Ma questa volta nella metropoli catalana non si giocherà l’ennesima edizione del ‘Clasico’ Barcelona-Real o una semifinale di Champions League – evento che ai blaugrana è stato precluso dall’eliminazione patita per mano della Juventus di Massimiliano Allegri – bensì un Congresso che ancor prima di cominciare è già entrato nella storia.Mai nella sua esperienza trentennale Isokinetic era riuscita a convogliare da una novantina di Paesi sparsi in tutti gli angoli del pianeta 3.000 partecipanti desiderosi di aggiornarsi sulle nuove frontiere della scienza medica applicata al calcio.

Il Congresso Internazionale sul tema “The Future of Football Medicine”, che va in scena a Barcellona sabato 13, domenica 14 e lunedì 15 maggio, ha invece centrato questo obiettivo.

Dopodiché il senso della tre giorni che nella città catalana radunerà il gotha mondiale di chirurghi e ortopedici, nonché di medici e preparatori atletici dei ‘top team’ mondiali, risiede anche nella scelta del contenitore.

Isokinetic, che aveva già celebrato due dei suoi precedenti Congressi nel 2012 a Stamford Bridge, lo stadio del Chelsea, e nel 2013 a Wembley, la storica arena in cui gioca la Nazionale inglese, questa volta ha battezzato nientemeno che il Camp Nou, ovvero la casa di Messi e Neymar.

L’idea, che verrà replicata nel 2018, nasce dal connubio tra il centro di traumatologia e riabilitazione sportiva nato a Bologna nel 1987 e dal 2009 “Fifa Medical Centre of Excellence”, e il prestigioso club catalano.

Il ‘Barca’ non è solo una società che ha scritto e continua a scrivere la storia del calcio, una religione sportiva che raccoglie adepti in tutti i continenti e un formidabile volano di business su scala planetaria. E’ anche una fabbrica di idee che di recente ha dato vita a “FCBarcelona Universitas”, un ‘hub’ di innovazione sportiva che a ottobre è stato presentato anche a New York, dove il club blaugrana ha un ufficio operativo.

Quando il presidente del gruppo Isokinetic Stefano Della Villa e Jordi Mones, membro del board catalano e responsabile di “FCBarcelona Universitas”, un anno fa si sono incontrati a un congresso è stato amore a prima vista. E da lì ha mosso i primi passi il progetto di unire le forze per fare del Camp Nou la sede del Congresso Isokinetic.

Nello stadio-monumento catalano è già stato allestito il palco dei relatori che consentirà ai partecipanti di assistere comodamente seduti nelle poltrone della tribuna che affaccia sul campo. La platea, peraltro, si annuncia molto dinamica e anagraficamente giovane. “Il 40 per cento dei partecipanti al Congresso ha un’età inferiore ai trent’anni”, fa notare Stefano Della Villa.

Ovviamente non mancheranno i luminari che hanno fatto la storia dell’ortopedia a livello mondiale. Freddie Fu, che nei giorni scorsi ha ricostruito il ginocchio dell’asso del Manchester United Zlatan Ibrahimovic, nella relazione introduttiva del Congresso porterà il know-how dell’Università di Pittsburgh, mentre Stefano Zaffagnini terrà alta la bandiera dell’Istituto Ortopedico Rizzoli e della sua tradizione secolare.

Il resto lo faranno i temi scientifici attorno a cui ruota il Congresso, sintetizzabili in due filoni: la cosiddetta ‘medicina rigenerativa’, che con un approccio biologico alla materia studia le tecniche per facilitare i processi di crescita dei tessuti dopo una qualsiasi lesione, e la parte bio-meccanica, che viceversa focalizza la sua attenzione sullo studio del movimento dell’atleta mentre esegue il gesto agonistico, con lo scopo, eventualmente, di correggerlo per prevenire gli infortuni. La ‘Green Room’ operativa da più di un anno nel centro Isokinetic di Bologna ne è un’applicazione esemplare.