Un Natale ad alta produttività per le formazioni di Virtus Unipol Banca: ferma l’attività dei rispettivi campionati federali, i giovani bianconeri sono stati impegnati in diversi tornei, in giro per l’Italia ed oltreconfine. Con Federico Vecchi, responsabile del settore giovanile e impegnato nel concentramento spagnolo dell’Adidas Next Generation Tournament come capo allenatore dell’Under 18, tracciamo un bilancio di questo periodo che in casa Virtus è stato tutt’altro che vacanziero.

Possiamo dire che per il settore giovanile non è stato certamente un periodo di ferie…

“Direi proprio di no, anzi… Il periodo di Natale è molto importante, perché i ragazzi beneficiano della pausa scolastica, dunque hanno maggiori energie, soprattutto a livello mentale, da dedicare alla pallacanestro. Possiamo esprimerci con allenamenti di qualità e tornei che ci arricchiscono dal punto di vista dell’esperienza e della formazione dei nostri giocatori. Queste manifestazioni aiutano a crescere a livello personale e dal punto di vista tecnico-sportivo. Quasi tutte le squadre sono state impegnate in tornei prima e dopo il nuovo anno, e usciamo da questi primi giorni del 2018 con un bel bagaglio di esperienze in più”.

Mettiamoli in fila, tutti questi impegni affrontati. Partendo da quello internazionale, che ha visto impegnati i più grandi.

“Con gli Under 18 abbiamo chiuso il 2017 vincendo il torneo “Giocando con Matteo”, dedicato alla memoria di Matteo Molent, un ragazzo che amava il basket e che purtroppo non è più tra noi. Poi, appena iniziato l’anno ci siamo spostati in Spagna, a L’Hospitalet, per giocare nel raggruppamento di qualificazione dell’Adidas Next Generation Tournament, la più importante kermesse continentale per la categoria e che permette a chi vince il concentramento di qualificarsi per le final four di Eurolega giovanile. E’ stata un’esperienza molto significativa, perché ha permesso ai nostri giocatori di confrontarsi a un livello molto alto, e di aprirsi ad una platea internazionale. La Spagna, in particolare la Catalogna, è in questo momento l’area europea in cui sono maggiormente concentrate squadre Under 18 di fascia altissima, quindi questa nostra partecipazione è stata ancora più importante. Siamo riusciti a confrontarci con avversari di grandissimo livello, incontrando squadre sicuramente più mature di noi, a livello fisico e di conoscenza del gioco, abbiamo battagliato con buono spirito e questa al di là del risultato sportivo (6°posto NDR) è la cosa che mi soddisfa maggiormente. Per i nostri ragazzi è stato un modo per farsi conoscere al di fuori dei confini nazionali, un altro aspetto che dà lustro alla nostra attività giovanile”.

Un’occasione di confronto importante, che aiuta a comprendere il livello a cui è arrivato il basket d’Europa. In questo senso, quali impressioni porti a casa da questa trasferta?

“Il livello medio, soprattutto in alcune nazioni, è decisamente più alto rispetto all’Italia per un paio di motivi. Prima di tutto, c’è un grado di maturità fisica e di carattere un po’ più precoce, rispetto alla nostra. Un ragazzo di diciotto anni serbo, se lo confrontiamo con un coetaneo dei nostri club, tendenzialmente è già più uomo, sia a livello di fisicità che di approccio. Una questione culturale, e in parte anche genetica. Poi, anche dal punto di vista del gioco si tratta di ragazzi più avanti nel percorso: se analizziamo il percorso di formazione, salta all’occhio che il processo di maturazione è anticipato, con tutti i pro e i contro che questo comporta”.

L’impegno di questi giorni, come dicevamo, ha riguardato anche tutte le altre formazioni del settore giovanile.

“Gli Under 16 si sono classificati tredicesimi al “Bruna Malaguti” di San Lazzaro, un torneo molto prestigioso a cui abbiamo preso parte con un gruppo “futuribile”, come dicono gli addetti ai lavori. In questo momento la squadra deve superare delle difficoltà ed ha subito anche qualche batosta, che servirà a capire dove sono i margini di miglioramento, perché è indubbio che ci sia un bel potenziale da sviluppare. Come ripeto spesso, le esperienze che facciamo servono per proseguire il percorso di crescita, per fare degli step intermedi, e in questo senso la partecipazione al “Malaguti” è stata utilissima. Gli Under 15 hanno giocato a Gallo Ferrarese, un altro appuntamento di grande prestigio, con squadre di ottimo livello. Siamo arrivati terzi, ma al di là del risultato è stato positivo il fatto di potersi confrontare con formazioni di fuori regione ed con squadre di grande fisicità. Gli Under 14 si sono classificati ottavi allo “Zanatta”, che si svolge tra Treviso e Venezia, e terzi al “Memorial Chicco Ravaglia”, alla cui partecipazione teniamo ovviamente in modo particolare, e anche in questo caso il percorso è stato positivo per la crescita del gruppo”.

Andiamo avanti con le squadre più giovani. Dagli Under 13 è arrivato anche il successo lontano da casa, a Castellamare di Stabia.

“Hanno vinto la ventitreesima edizione di “Natale sotto Canestro”, poi si sono spostati ad Ostia, dove hanno ottenuto un secondo posto nel “Mare di Roma Trophy”. Per loro, che sono più piccolini, è una bella esperienza: sono i primi viaggi lontano da casa, passati a fare gruppo anche fuori dal parquet con i compagni di squadra. Infine, gli Esordienti hanno conquistato un secondo posto al “Memorial Bigalli” di Firenze, un’occasione importante e formativa. Per tutti i ragazzi giovani stiamo parlando di esperienze di vita, nelle quali imparano cosa significa andare in trasferta, si abituano vivere le prime esperienze sportive lontano da casa e a rispettare le piccole regole che un atleta virtus deve seguire. In più spesso si creano legami di amicizia anche con giocatori di altre squadre, perché spesso i nostri ragazzi vengono ospitati presso le famiglie delle squadre locali. Se poi si ha la fortuna di vincere, arrivano i primi ricordi belli che legano indissolubilmente un giovane a questo sport. Anche se, lo ripeto, vincere, pur facendo piacere non è la cosa più importante, in questo cammino”.

Chiamiamolo giro di boa: è il momento in cui si tirano le prime somme, e si ragiona su un futuro che appare più nitido.

“Natale è una tappa fondamentale proprio perché si fanno tanti tornei e ci si confronta con realtà diverse da quelle cui ci si trova di fronte durante la stagione regolare. Si fanno le prime valutazioni, orientate a capire a che punto è il percorso di formazione dei nostri giocatori. Gli allenatori possono fare le loro verifiche, anche se momenti di confronto ci sono durante tutto l’arco della stagione”.

Che stato d’animo hanno portato, queste verifiche?

“Ottimismo. Siamo contenti del progetto che stiamo portando avanti. Credo che abbiamo ragazzi di prospettiva, e giocatori che si fanno riconoscere anche per la loro educazione. Ne cito uno per tutti, Federico Cassanelli dell’Under 14, che ha vinto il premio fair play allo “Zanatta”. Un riconoscimento che, al di là del valore tecnico, premia il nostro sforzo teso a contribuire, per quello che ci compete, all’educazione dei nostri atleti. Premia, in una parola, il nostro modo di stare insieme, di formare i nostri giovani, di avere determinati comportamenti in campo e fuori”

Non sarà il momento di tirare le somme, ma senz’altro chi sta lavorando dietro le quinte, a Natale e per tutto l’anno, merita una citazione.

“I bilanci del settore giovanile vanno sempre fatti sul lungo periodo. In questo momento mi sento semplicemente di ringraziare tutto lo staff, perché penso che insieme stiamo facendo un lavoro eccellente. Dico davvero grazie a tutti gli allenatori, gli assistenti, i preparatori, il medico, il fisioterapista, i nostri dirigenti accompagnatori, e a Marco Patuelli, il nostro direttore sportivo che coordina insieme a me tutta la nostra attività. Dobbiamo essere soddisfatti di ciò che stiamo facendo, abbiamo chi si prende cura dei nostri ragazzi a 360 gradi, per la parte sportiva e per quella educativa. A tutti loro, a tutti i nostri giocatori ed alle loro famiglie auguro un 2018 che li faccia procedere sul cammino che abbiamo intrapreso nell’anno appena terminato”.