Oggi per il mondo virtussino è un giorno un po’ triste perchè nel 2015 ci lasciò Massimo Bulzamini, grande tifoso giallonero (dopo circa 25 anni di ospedale, tra sala di rianimazione e lungodegenza e costretto su una sedia a rotelle dopo un tremendo incidente a 19 anni). Ma il ricordo di Massimo regala inevitabilmente un sorriso a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Semplicemente e con grande tenerezza, vogliamo salutarlo grazie al ricordo di Graziana Lanzoni, storica dirigente e socia della Virtus, che è stata al suo fianco per oltre 20 anni, condividendone passioni, amicizie e valori.

Graziana, quale ricordo conservi di lui?

“Massimo era una persona splendida, vitale, che ha insegnato a vivere a tanta gente che lo ha conosciuto. Lo ricordo sempre con il sorriso e pieno di passioni e di amici. Era molto bello passare del tempo con lui, perché potevi parlare e discutere di politica, di computer e di tecnologia, di musica e di attualità. E lui era sempre aggiornato su tutto”.

Negli anni, gli aneddoti sono tanti, cosiccome i personaggi famosi che gli fecero visita:

“Ha conosciuto tantissimi atleti e personaggi importanti. Anche il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro volle salutarlo. Ogni volta che correva ad Imola, Ayrton Senna non perdeva occasione per venirlo a trovare nella sua camera in ospedale, senza pubblicità e con grande riserbo. Con lui aveva instaurato un rapporto molto profondo di amicizia. Ma conosceva anche Michael Schumacher, Ezio Zermiani, Alessandro Del Piero ed altri della Juventus, Loris Capirossi, Max Biaggi, Fernando Alonso, Paolo Moretti, Riccardo Morandotti, Rubens Barrichello, tutto lo staff del box Ferrari. Ma ne dimentico certamente tanti. Di Vasco Rossi andammo a vedere un concerto, poi lo incontrammo diverse volte. Insomma, era molto amato da tanta gente”.

Il ricordo di tanti tifosi imolesi è relativo alla sua presenza al PalaRuggi:

“Sì, gli avevo effuso l’amore per la Virtus Imola e diventò in poco tempo un fervido tifoso giallonero. Avevamo il nostro “posticino” fisso a fianco della panchina della Virtus (accanto all’ingresso sul parquet, ndr) e assistevamo, spesso soffrivamo, insieme guardando i “nostri” ragazzi con la maglia giallonera. Era un appuntamento che amava tantissimo. E i giocatori erano molto affezionati a lui”.